Elden Ring Nightreign – Recensione di Nightreign.it

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Elden Ring Nightreign – Recensione di Nightreign.it
Voto: 9/10 – L’incubo perfetto da condividere in tre


Introduzione: un remix coraggioso che convince

Quando FromSoftware ha svelato Elden Ring Nightreign, in molti temevano il “semplice” riciclo di asset dell’Interregno. Dopo oltre sessanta ore trascorse tra le spire cangianti di Plagaride, possiamo dire che quei timori erano malriposti: Nightreign è sì un remix, ma nel senso musicale del termine – un campionamento creativo che smonta, ricombina e amplifica la grammatica soulslike per scolpirne una variante dal ritmo forsennato, costruita intorno alla cooperazione tra tre Crepuscolari. Il risultato è un’esperienza che ridefinisce la lettura tradizionale di Elden Ring senza rinnegarla e, anzi, le rende omaggio con un rispetto quasi filologico.


Struttura roguelite: la danza contro il tempo

La scelta di legare ogni spedizione a due giorni e due notti, con la Marea Notturna che stringe progressivamente la mappa, obbliga a un approccio “speed-souls” mai visto in precedenza. Non c’è spazio per la contemplazione estatica dei panorami à la Sepolcride: qui si pianifica in pochi secondi, si segnano i punti d’interesse con il ping, si scatta, si lotta, e già si riparte. La tensione è costante, ma non gratuita: a fine giornata si prova quel misto di fierezza e sollievo tipico di una speedrun riuscita.

Il ritmo serrato potrebbe spaventare i puristi dell’esplorazione; tuttavia, quando il trio impara a leggersi con uno sguardo – il Guardiano che marca un castello, il Giustiziere che devia un incantesimo, la Reclusa che spalanca l’Artiglio Cremisi – l’alchimia che ne scaturisce è pura adrenalina cooperativa. La sensazione di “stare sul filo” è ciò che rende indimenticabili molte boss fight del filone soulsborne, e qui è l’intera partita ad abitarlo.


Otto Crepuscolari, otto filosofie di gioco

Giustiziere. Predone. Occhio di Ferro. Selvaggio. Guardiano. Reclusa. Duchessa. Rediviva.
Ognuna delle otto classi predefinite è un personaggio vero, completo di passato, motivazioni e – soprattutto – kit ludico unico. Invece di un editor sterminato, FromSoftware offre archetipi scolpiti con precisione chirurgica:

  • Differenziazione netta – Statistiche, armi iniziali, e abilità attive cambiano radicalmente il “feel” dei combattimenti. Passare dal rampino del Selvaggio alla necromanzia permanenza-basata della Rediviva è un cambio di paradigma, non di skin.
  • Abilità Supreme – Caricate con l’azione, le Supreme trasformano gli scontri in piccoli set piece di spettacolarità controllata: la mutaforma del Giustiziere che dilania un drago a mani nude è già iconografia da artbook.
  • Sinergie emergenti – Un Predone che applica fulmine su un boss bagnato dall’acqua venenosa della Reclusa? Il DPS decuplica. Quelle catene di cause-effetti sono l’essenza del “meta” di Nightreign.

Il bilanciamento non è ancora perfetto (l’Occhio di Ferro soffre un leggero power-creep rispetto alle build a duello ravvicinato), ma rispetto al network test il lavoro di rifinitura è evidente: tutte le classi hanno almeno un percorso di crescita valido, e nessuna è relegata a ruolo di semplice supporto.


Plagaride: procedurale con mano d’autore

La mappa non si rigenera da zero, ma riassembla moduli artigianali con intelligenti permutazioni: un castello infestato dai Cariani un run, dai Crogiolo nell’altra; le catacombe che ieri custodivano un Golem, oggi accolgono un’Astrea piangente. Il giocatore veterano riconosce le “stanze”, ma mai la disposizione. Ne risulta la rara combinazione di:

  • Memorizzazione parziale – Sapere dove può trovarsi un altare non significa sapere che altare troverai.
  • Imprevedibilità controllata – Non si cade nel caos totale à la roguelike puro; c’è logica sottesa e, di conseguenza, soddisfazione nel pianificare.

Le Terre Mutevoli – vulcano, picco innevato, foresta marcescente, città fantasma – sono la ciliegina: veri DLC in miniatura che irrompono nella partita dopo ore, rimescolando carte e biomi con colpi di scena scenografici (e loot leggendario garantito).


Boss design: l’amplesso fra familiarità e novità

I Signori della Notte sono otto variazioni su temi che citano, senza plagiare, la tradizione. Ogni Lord possiede meccaniche “da raid” che chiedono comunicazione costante: stack-marker che costringono il trio a stringersi, meteoriti elementali da dirottare su pilastri, parry di gruppo che aprono brecce di vulnerabilità. Laddove i boss “classici” delle prime due notti fanno da riscaldamento (pur nascondendo qualche vecchia conoscenza di Dark Souls che strappa il sorriso), gli scontri conclusivi sono degni dei finali sanguinosi firmati Miyazaki.

Piccola nota stonata: in single player l’impresa rasenta l’impossibile. Nonostante l’intendimento dichiarato, Nightreign non è pensato per l’eroe solitario; il battle design punta alla danza a tre e, purtroppo, si vede. Ma chi approccia il gioco sapendolo – e si organizza – troverà pane per i suoi denti.


Direzione artistica e colonna sonora

FromSoftware non delude mai sul fronte estetico, e Nightreign raddoppia: il contrasto fra l’oro crepuscolare dei falchi-funivia e il blu catatonico della Marea Notturna produce skyline da poster. Gli asset riciclati? Sì, ma reinterpretati con palette più cupe, archi lapidei invasi da rampicanti luminescenti, arcani glyph che solcano i cieli al passaggio degli Sciami di Locuste. L’impressione è di percorrere un’Interregno consumato da un carillon cosmico rotto: familiare e straniante insieme.

Le musiche di Tsukasa Saitoh abbandonano a tratti la grandeur corale per virare su percussioni tribali sincopate, perfette per accompagnare lo sprint a perdifiato verso il tramonto, per poi rialzarsi in crescendo quando l’orchestra si gonfia sotto i ruggiti dei boss.


Prestazioni e qualità della vita

Test su PlayStation 5 Pro (patch day-one).
Modalità Prestazioni blocca i 60 fps con rari cali sotto i 53 durante i vorticosi effetti di Fulmine Furioso; su schermo OLED a 120 Hz, l’input lag pare inferiore a Elden Ring vanilla. Segnalati glitch di pathfinding su una variante del castello Cariano (nemici bloccati in scale a chiocciola), risolti riavviando la partita.

Sul fronte QoL, due passi avanti e uno indietro:

  • Avanti: ping contestuale, rianimazione rapida, menù build-on-the-fly che non costringono a tornare alla Tavola Rotonda.
  • Indietro: impossibilità di votare il forfeit prima della terza notte in caso di team decimato; speriamo in una patch.

Bilanciamento: imperfetto ma in fieri

Non ignoriamo le criticità: alcune varianti di boss a metà partita sono spugne di HP, e la perdita di un livello alla morte penalizza soprattutto chi sta imparando. Tuttavia, il meta è più limpido del network test e la curva di apprendimento premia il gioco di squadra intelligente, non il min-max compulsivo. FromSoftware ha già pubblicato una roadmap post-lancio che promette interventi quindicinali: se manterranno il ritmo, le rughe si spianeranno in fretta.


Conclusioni: un nuovo paradigma soulslike

Elden Ring Nightreign non è un “tappabuchi” né un DLC camuffato: è l’atto di coraggio di uno studio che preferisce rischiare l’ira dei puristi pur di sperimentare. Certo, rinuncia alla grande poesia open-world in favore di sessioni dense che divorano un’ora e lasciano col fiatone. Ma quando, dopo due giornate di corse, sigilli un Lord della Notte con un parry di gruppo a pochi frame dal wipe, capisci che raramente un soulslike ha celebrato con tanta veemenza l’idea di comunità in battaglia.

Se avete due amici fidati e una chat vocale, Nightreign diventa immediatamente il party game hardcore dell’anno: un roller-coaster di frenesia, strategia e iconografia dark-fantasy come solo FromSoftware sa concepire. Il voto 9/10 premia la scintilla di genialità che trasforma un remix in opera inedita – con la fiducia che, limate le spigolosità, Plagaride possa brillare ancora di più sotto le sue stelle malate.

PRO

  • Cooperative a tre entusiasmante e perfettamente integrata.
  • Otto classi carismatiche e splendidamente asimmetriche.
  • Boss fight da antologia, fra meccaniche da raid e scenografia sublime.
  • Direzione artistica e colonna sonora di livello enciclopedico.
  • Sistema di reliquie che incentiva la progressione a lungo termine.

CONTRO

  • Single player quasi proibitivo.
  • Alcuni picchi di difficoltà e ricompense sbilanciati.
  • Mancano funzioni QoL per abbreviare run chiaramente compromesse.

Con Nightreign, FromSoftware ci ricorda che l’oscurità sa mutare forma – e che alle volte, per sopravvivere, basta correre più veloce dell’incubo.